Com’è
possibile andare avanti con un solo portafortuna, viene chiesto a Ted Bentley,
il protagonista del romanzo LOTTERIA SPAZIALE
(1953-4). Solo chi è nato già
fortunato, come il Quizmaster Verrick, non ne ha bisogno, anzi è già lui un
portafortuna e la gente lo tocca per assorbirne un po’. Ma in effetti gli
amuleti servono a poco, il robot che in GUARITORE
GALATTICO (1967) ne da uno al protagonista Joe Fernwright, non può non
ammettere che comunque non servirà a proteggerlo dai pericoli. Il suo valore è
puramente simbolico. Così come la “strega dell’acqua”, l’amuleto degli indigeni
marziani Bleekman in NOI MARZIANI (1962)
forse ha esaurito del tutto l’antica forza. Gli unici ad avere tutta
l’efficacia che promettono, sono quelli presenti in L’OCCHIO NEL CIELO (1955), un mondo in cui “tutte le superstizioni e le credenze religiose hanno riscontro nella
realtà.” Ma è solo uno dei mondi dei
vari protagonisti di questo romanzo. Mondi personali, privati, che gli “altri”
condividono in modo obbligato, coatto.
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