martedì 29 settembre 2015

Caritas

Caritas è una parola chiave che Dick coniuga con amore, amicizia, preoccupazione, cura, empatia. Nessuno ne è completamente privo, neanche gli alieni, come quelle “creature marziane a otto gambe, così piene di carità all’interno dei loro corpi bitorzoluti, di quelli organismi cefalopodi univalvi simili a molluschi” I GIORNI DI PERKY PAT racconto (1963), o come nei ganimediani, tra cui spicca quel Lord Running Clam che “è veramente un buon amico; ha aiutato tante persone. Gli abitanti di Ganimede possiedono quella che San paolo chiamava caritas… e Paolo diceva che la caritas è la più grande delle virtù.– Poi aggiunse: -L’equivalente moderno sarebbe ‘empatia’ suppongo.–“ FOLLIA PER 7 CLAN (1963-4). I personaggi dickiani si interrogano continuamente sul significato della parola caritas, persino in un mondo in cui la religione ufficiale è il buddismo zen “Prendiamo la parola caritas- stava dicendo Crofts. -Secondo lei, cosa significa esattamente, nel senso in cui la usa San Girolamo? Carità? Non direi. E allora cosa? Amicizia? Amore?” I SEGUACI DI MERCER racconto (1964). E ancora si chiede: “Lo sai da dove viene, secondo alcuni studiosi, la parola inglese ‘care’, ‘avere cura’, ‘curarsi di’?– (…) –No– (…) – Viene dalla parola latina ‘caritas’. Che significa amore e considerazione.- -Bene—San Gerolamo- Lars disse –La impiegò come traduzione dal greco ‘agape’ che ha un significato ancora più forte.- Lilo bevve il suo caffè in silenzio. – Agape- disse Lars (…) –significarispetto profondo per la vita; qualcosa di quella portata. Non c’è alcun termine corrispondente nella nostra lingua. Tuttavia, ne conserviamo l’espressività.-“ MR. LARS SOGNATORE D’ARMI (1964). Ma l’intuizione più significativa in Dick sta nell’associare la caritas con la capacità di trascendere: “Allora com’è potuto nascere il Cristianesimo?- chiese Joe. –E’ nato perché Cristo fece una cosa: si preoccupò degli altri. Preoccupazione è la vera traduzione del greco ‘agàpe’ e del latino ‘caritas’. Cristo si presenta a mani nude, non può salvare nessuno, nemmeno se stesso. Tuttavia con la sua considerazione, la sua preoccupazione per gli altri, Cristo trascende…” GUARITORE GALATTICO (1967) La caritas non salva ma permette di trascendere, di andare oltre, ancora una volta. Vero e proprio ethos del trascendimento.   

giovedì 24 settembre 2015

Antonello Silverini: La conquista di Ganimede


Figura ambigua: una lumaca gigante copre la testa di una giovane donna, ma si può leggere anche come giovane donna con avveniristici occhiali stereoscopici  e una folta chioma di capelli spiralica. Questa ibridazione fantascientifico-barocca col rinascimentale “ritratto femminile” del Pollaiolo1 sembra alludere a quella “carica creativa dei due scrittori (o dello scrittore Dick) che sembra talvolta torcersi su se stessa _ come appunto si trattasse metaforicamente del corpo di un verme “ (Pagetti). Creatività espansa, multiforme o vermiforme, comunque ibridazione come essenza del lento e tenace lavorio dell’immaginazione. Copertina più propriamente fantascientifica di altre ma anche, per usare un aggettivo molto caro a Pagetti, con un carattere squisitamente parodistico rivolto agli stilemi del genere stesso.

martedì 22 settembre 2015

Rischio


Il rischio è la caratteristica prima della vita. Ed è una donna, Annette Golding, che nel romanzo FOLLIA PER SETTE CLAN (1963-4) rappresenta il clan degli schizofrenici polimorfi ad affermare che “non esiste una difesa perfetta. Che non esiste protezione. Essere vivi significa essere esposti; è nella natura della vita correre dei rischi. E’ l’essenza del vivere.” Proteggersi dal rischio vuol dire non vivere. E’ quello che un personaggio di NOSTRI AMICI DI FROLIX 8 (1968-69), Zeta, seguace di un movimento politico perseguitato, chiede all’amico Nick, timoroso di prendere un opuscolo di propaganda sovversiva: “Ma come fai ad essere vivo se vivi così?” (…) Si deve correre il rischio. La vita stessa è un rischio. Ti chiedi: - Ne vale la pena? – e tu rispondi: - Sì, perdio, ne vale la pena.” Per gli androidi “il rischio c’è in ogni caso quando si scappa e si viene qui sulla Terra, dove non siamo considerati neanche alla stregua degli animali.” MA GLI ANDROIDI SOGNANO LE PECORE ELETTRICHE? (1966). Il rischio, infine, è la consapevolezza che nell’assumercelo liberamente noi sfidiamo, con la sorte, anche chi ne tira i fili; come quegli alieni abitanti di Titano, giocatori onnipotenti, che proprio per il loro assoggettamento al rischio come caratteristica istintuale, risultano, in ultima analisi, ben più succubi del fato del misero e precario essere umano terrestre I GIOCATORI DI TITANO (1963).

venerdì 18 settembre 2015

Antonello Silverini: Valis



blu, le vedo intorno a me
blu, le mille bolle blu
che volano, mi chiamano, mi cercano
Amor
impazzisco di gioia
se vedo passeggiar
nel vento, le mille bolle blu
un bacio, ancora un bacio
si avvicinano
eccole eccole
sono qui.

Dolce, dolce creaturina con aureola, disposta a farti irretire dal mago incantatore. Nuovo stregone tecnocrate col corpo ripreso in una posa simile a quella dell’altro mago, l’alieno Palmer Eldritch; anche lui dispensatore di promesse di infinita felicità per tutti. E’ immagine di un irriverente kitsch, questa di Silverini, che condensa le tre opere che formano la cosiddetta trilogia di Valis. Certo si sa, seguendo Dick, il divino è più facile trovarlo nella spazzatura che nei luoghi ad esso deputati. Ma comunque, è un’immagine riuscita questa? Rende la complessità dell’opera più difficile , forse la più espressamente filosofica, di questo autore? Forse siamo di fronte alla rappresentazione di una tecnocrazia, nuova e sofisticata forma di religione solo apparentemente secolarizzata. Quel che è certo, del numinoso delle vecchie fedi monoteiste qui è rimasto ben poco. Bolle di sapone mosse da una specie di ciarpame tecnologico a forma semiumana e una piccola tenera figura che ancora vuole e cerca di farsi stupire, come l’umanità tutta, ancora infantile, che non può fare a meno dei trucchi di un qualche mago imbroglione. 

Venerdì 25 settembre 2015: La conquista di Ganimede