venerdì 30 ottobre 2015

Antonello Silverini: In senso inverso


Il tempo della vita, la clessidra che si trasforma in cerchio. Dal lineare al circolare. Potrebbe dare un senso di pace, colmare l’ansia della linea retta che tende all’infinito, una traiettoria circolare che ritorna sempre a sé. Invece l’inquietudine permane. Questa figura femminile che ritorna bambina a giocare con il suo cerchio, quel millenario gioco diffuso nell’antica Grecia soprattutto tra le donne, non irradia pacificazione, equilibrio; permane una sorta di instabilità acuita da quello sfondo verdastro che domina sul tutto. Ed è proprio il cerchio della bambina infine ad alludere a un processo temporale che non può, comunque lo si veda, chiudersi su se stesso; l’ombra del cerchio riconfigura di nuovo il simbolo dell’infinito, dell’incessante divenire. Una bellissima interpretazione del mondo dickiano, che per quanto possa sembrare claustrofobico rimane ostinatamente aperto all’accadere, al possibile e quindi alla libertà.

Con questa 32^ puntata si conclude la panoramica delle copertine dickiane di Antonello Silverini. Quelle più propriamente fantascientifiche. E' stato un percorso emozionante e desidero ringraziare qui Antonello per il suo apprezzamento sincero e caldo.
Per vedere tutte le puntate vai all'etichetta Antonello Silverini in fondo. Per una singola copertina alla pagina Indice.

martedì 27 ottobre 2015

Cibo



“Una moltitudine di organismi senzienti di oltre quaranta specie riempiva la sala riunioni. Joe si rese conto con raccapriccio che sulla Terra si era cibato di alcuni di essi.” GUARITORE GALATTICO (1967). 

venerdì 23 ottobre 2015

Antonello Silverini: Svegliatevi dormienti


Ops! Scusate, mi sono distratto un attimo; mi sembrava di aver visto passeggiare un sinantropo nella via qui accanto. Stavo dicendo: -I want you!-  Si proprio tu, che stai dormendo. Tu puoi svegliarti e arruolarti tra i coloni del nuovo mondo. Questo manifesto in cui un redivivo zio Sam, colorato, abbronzato potrebbe dire qualche imbecille, non può che essere ripreso in movimento, con la testa che sta girando verso di noi e la mano che ci indica, ci addita, è un messaggio semplice. Proclama un tipo di patriottismo che si vorrebbe nuovo ma che inevitabilmente allude alla solita vecchia frontiera, territorio vergine, terra di libertà per tutti e soprattutto per chi si dimostra più capace. Immagine spiazzante, poco accattivante, sdrucciola come un messaggio pubblicitario che vorrebbe comunicare qualcosa in cui sembra non credere. Da un microfono all’altro, per intercettare bisogni e necessità diverse, il sogno americano scolora, l’utopia del benessere per tutti perde di consistenza e credibilità, come la bandiera a stelle e strisce che fa da sfondo. 

martedì 20 ottobre 2015

Compassione


È forse la compassione la cosa più ambita dall’essere umano? In LA TRASMIGRAZIONE DI TIMOTHY ARCHER (1981) il vescovo Timothy Archer si rincarna nel giovane schizofrenico Bill. Il vescovo, racconta Bill “cercava la sapienza. La sacra sapienza di Dio, la Hàgia Sophìa, come la chiama lui. La ritiene identica all’anokhi, la pura autocoscienza di Dio. Poi quando è arrivato là e la Presenza è entrata in lui, si è reso conto che non voleva sapienza, ma compassione. Aveva già la sapienza, ma non era stata di alcun aiuto né a lui né a nessun altro.” Solo la compassione può evitare all’uomo la visione della realtà, la realtà della creazione “un’illusione orrenda da disprezzare” DIVINA INVASIONE (1980). Strana cosa la compassione in Dick, sembra quasi possa provenire solo da esseri non umani. I vari Palmer Eldritch duplicati nei corpi di uomini e donne provano compassione per Barney mayerson, il protagonista di LE TRE STIMMATE DI PALMER ELDRITCH (1964) nonostante lo vedessero come un fantasma “non veste più un corpo terreno, corruttibile… ha indossato un corpo celeste. Le piace Mayerson? –Il tono era ironico, ma sui loro volti si vedeva la compassione; si vedeva in quegli occhi meccanici, che non erano altro che fessure.” E in MA GLI ANDROIDI SOGNANO LE PECORE ELETTRICHE? (1966) l’unico a provare un senso di vera compassione per il cervello di gallina Isidore è proprio un androide “Pris, non chiamarlo così- la rimproverò Irmgard; lanciò a Isidore un’occhiata piena di compassione. –Pensa a come potrebbe chiamare te.-“

venerdì 16 ottobre 2015

Antonello Silverini: E Jones creò il mondo


Se c’è una cosa rispetto alla quale uno strumento come una chiave inglese non può essere utile è un oggetto a forma di sfera. Come afferrarlo, come stringerlo? Scivola via comunque, inesorabilmente. L’omino coi baffetti che faceva ridere tutti, fino a che un altro omino altrettanto piccolo e con gli stessi baffetti ha smesso di far ridere il mondo, presta qui, in questa copertina, la propria immagine per rappresentarci il dilemma, il dilemma forse insolubile dell’umanità. Come afferrare il reale, il mondo nella sua totalità, verità ultima, metafisica, insieme con la sua apparenza fenomenica, concretezza dell’esistere, avendo a disposizione solo lo strumento della logica, del conoscere razionale, certo? L’omino buffo, più indispettito che perplesso, sembra armato delle più serie intenzioni. Indossa anche un casco da minatore, a segnalare la sua disponibilità a scendere verso le profondità più estreme del sapere. Ma quel mondo, tenuto su più per quel pezzettino di nastro adesivo trasparente che per il dito esitante dell’omino, insieme a quell’arnese piantato in un inesistente terreno, privo di solidità alcuna, stanno a indicare lo scacco a cui l’umanità è condannata. Quell’inutile ricerca di una qualsivoglia fondata certezza che non sia quella dell’umile e precaria pratica dell’esistere quotidiano. 

martedì 13 ottobre 2015

Certezza


Un mondo di certezze è un mondo rigido, paranoico “per un maniaco, così come per un Para (paranoico), dubitare di se stessi era inconcepibile; la loro intera struttura emozionale si basava su un senso di certezza.” FOLLIA PER 7 CLAN (1963-4). La certezza è anche legata all’idea di verità e in tal senso è l’aspirazione massima di tutte le fedi religiose, nel romanzo IN SENSO INVERSO (1965) se le cose fossero andate nel verso giusto, cioè se si fosse riusciti a salvare l’Anarca Peak “il profeta nero che sembra in grado di anticipare la seconda venuta di Cristo”1 “si sarebbe posta una base del tutto nuova per il credo religioso. La certezza avrebbe rimpiazzato la mera fede, e si sarebbe formato un corpus completamente nuovo di scritture.” La certezza infine è cosa per uomini straordinari, superiori come il Jones di E JONES CREO’ IL MONDO (1954), per lui “non c’era da indovinare, non esisteva l’errore e la conoscenza fallace. Lui sapeva; con certezza assoluta.”

  1. Carlo Pagetti, introduzione, In senso inverso, Fanucci editore, Roma

venerdì 9 ottobre 2015

Antonello Silverini: Scorrete lacrime, disse il poliziotto


Si sa, il successo è una droga. In una prima e più facile lettura di questa copertina, la condanna, denuncia di un mondo eticamente discutibile è la cosa che si coglie più facilmente. Ma insomma, è un po’ troppo semplicistico. Avviciniamoci con un po’ di circospezione in più, osserviamo questo omino alla Baj che con un arto meccanico manovra una siringa che può iniettare (lacrime?) ma anche incidere (la voce che si amplifica col microfono?) in una sorta di occhio/disco. Non più il taglio del Bunuel surrealista; la visione della nuova modernità, post o post-post che dir si voglia, non cerca più in profondità, non taglia per cercare quel che c’è dietro, ma più prosaicamente incide la sola superficie. Registra, archivia sofferenze, miserie, paure, in definitiva i rumori della vita. L’essenza della vita di oggi e di sempre. 

Venerdì 16 ottobre: E Jones creò il mondo

martedì 6 ottobre 2015

Caso


“Sono due secoli che la nostra società si basa sui rapporti statistici. Abbiamo banche dati immense. Le macchine sono in grado di prevedere ciò che una singola persona o un singolo gruppo faranno in un dato momento e in una data situazione. Ma quest’uomo è al di là di tutte le previsioni. È una variabile. È opposto alla scienza.- -La particella indeterminata.- -Cos’è?- La particella che si muove in modo tale che da non poter prevedere la posizione che occuperà in un dato secondo. A caso. La particella che si muove a caso.- -Proprio così… È innaturale.- Sherikov fece una risata sarcastica. –Non si preoccupi, commissario. Verrà catturato e ogni cosa tornerà al suo stato naturale. Lei riuscirà nuovamente a fare previsioni sul conto degli uomini, come fossero cavie da laboratorio dentro un labirinto.-“ L’UOMO VARIABILE racconto (1953). Il caso, l’imprevedibile è l’antidoto al mondo regolato dell’algoritmo. In LOTTERIA SPAZIALE (1953) e GIOCATORI DI TITANO (1963) sequenze casuali contrastano efficacemente la forza della telepatia. Il caso, ancora, costringe a scegliere; se siamo sotto l’effetto di una droga potente come il KR-3 “trilioni di possibilità diventano improvvisamente reali. Entra in gioco il caso, e il sistema percettivo della persona sceglie una possibilità fra tutte quelle che gli si presentano. Deve scegliere, perché se non lo facesse, gli universi alternativi si sovrapporrebbero e svanirebbe il concetto stesso di spazio.” SCORRETE LACRIME, DISSE IL POLIZIOTTO (1970).

venerdì 2 ottobre 2015

Antonello Silverini: Tempo fuori di sesto


Il tempo corre inesorabile. Come un autobus di linea imbarca passeggeri. Ma, stranamente, invece di vederli svanire man mano lungo il percorso del suo tragitto, è lui a svanire progressivamente. Il tempo tende a scomparire lasciando i suoi abitanti orfani, immobili in una sorta di ‘istantanea’ di un presente che, se pur congelato, tende a dilatarsi all’inverosimile. È un inganno che siano le cose a svanire col tempo. La fragilità del reale è pura apparenza; questo persiste nella sua essenza imperscrutabile. È il tempo che collassando lascia intorno a noi un deserto che sembra voler nascondere le cose, mentre invece le rende semplicemente irriconoscibili, spaesate, come appartenessero a un tempo fuori di sesto.