venerdì 16 ottobre 2015

Antonello Silverini: E Jones creò il mondo


Se c’è una cosa rispetto alla quale uno strumento come una chiave inglese non può essere utile è un oggetto a forma di sfera. Come afferrarlo, come stringerlo? Scivola via comunque, inesorabilmente. L’omino coi baffetti che faceva ridere tutti, fino a che un altro omino altrettanto piccolo e con gli stessi baffetti ha smesso di far ridere il mondo, presta qui, in questa copertina, la propria immagine per rappresentarci il dilemma, il dilemma forse insolubile dell’umanità. Come afferrare il reale, il mondo nella sua totalità, verità ultima, metafisica, insieme con la sua apparenza fenomenica, concretezza dell’esistere, avendo a disposizione solo lo strumento della logica, del conoscere razionale, certo? L’omino buffo, più indispettito che perplesso, sembra armato delle più serie intenzioni. Indossa anche un casco da minatore, a segnalare la sua disponibilità a scendere verso le profondità più estreme del sapere. Ma quel mondo, tenuto su più per quel pezzettino di nastro adesivo trasparente che per il dito esitante dell’omino, insieme a quell’arnese piantato in un inesistente terreno, privo di solidità alcuna, stanno a indicare lo scacco a cui l’umanità è condannata. Quell’inutile ricerca di una qualsivoglia fondata certezza che non sia quella dell’umile e precaria pratica dell’esistere quotidiano. 

Nessun commento:

Posta un commento