martedì 22 settembre 2015

Rischio


Il rischio è la caratteristica prima della vita. Ed è una donna, Annette Golding, che nel romanzo FOLLIA PER SETTE CLAN (1963-4) rappresenta il clan degli schizofrenici polimorfi ad affermare che “non esiste una difesa perfetta. Che non esiste protezione. Essere vivi significa essere esposti; è nella natura della vita correre dei rischi. E’ l’essenza del vivere.” Proteggersi dal rischio vuol dire non vivere. E’ quello che un personaggio di NOSTRI AMICI DI FROLIX 8 (1968-69), Zeta, seguace di un movimento politico perseguitato, chiede all’amico Nick, timoroso di prendere un opuscolo di propaganda sovversiva: “Ma come fai ad essere vivo se vivi così?” (…) Si deve correre il rischio. La vita stessa è un rischio. Ti chiedi: - Ne vale la pena? – e tu rispondi: - Sì, perdio, ne vale la pena.” Per gli androidi “il rischio c’è in ogni caso quando si scappa e si viene qui sulla Terra, dove non siamo considerati neanche alla stregua degli animali.” MA GLI ANDROIDI SOGNANO LE PECORE ELETTRICHE? (1966). Il rischio, infine, è la consapevolezza che nell’assumercelo liberamente noi sfidiamo, con la sorte, anche chi ne tira i fili; come quegli alieni abitanti di Titano, giocatori onnipotenti, che proprio per il loro assoggettamento al rischio come caratteristica istintuale, risultano, in ultima analisi, ben più succubi del fato del misero e precario essere umano terrestre I GIOCATORI DI TITANO (1963).

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