venerdì 18 settembre 2015

Antonello Silverini: Valis



blu, le vedo intorno a me
blu, le mille bolle blu
che volano, mi chiamano, mi cercano
Amor
impazzisco di gioia
se vedo passeggiar
nel vento, le mille bolle blu
un bacio, ancora un bacio
si avvicinano
eccole eccole
sono qui.

Dolce, dolce creaturina con aureola, disposta a farti irretire dal mago incantatore. Nuovo stregone tecnocrate col corpo ripreso in una posa simile a quella dell’altro mago, l’alieno Palmer Eldritch; anche lui dispensatore di promesse di infinita felicità per tutti. E’ immagine di un irriverente kitsch, questa di Silverini, che condensa le tre opere che formano la cosiddetta trilogia di Valis. Certo si sa, seguendo Dick, il divino è più facile trovarlo nella spazzatura che nei luoghi ad esso deputati. Ma comunque, è un’immagine riuscita questa? Rende la complessità dell’opera più difficile , forse la più espressamente filosofica, di questo autore? Forse siamo di fronte alla rappresentazione di una tecnocrazia, nuova e sofisticata forma di religione solo apparentemente secolarizzata. Quel che è certo, del numinoso delle vecchie fedi monoteiste qui è rimasto ben poco. Bolle di sapone mosse da una specie di ciarpame tecnologico a forma semiumana e una piccola tenera figura che ancora vuole e cerca di farsi stupire, come l’umanità tutta, ancora infantile, che non può fare a meno dei trucchi di un qualche mago imbroglione. 

Venerdì 25 settembre 2015: La conquista di Ganimede

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