giovedì 27 aprile 2017

Paura



Esistono diverse forme di paure: la paura che ti fa confrontare con la realtà costringendoti a prendere delle decisioni, che però non sempre possono essere facilmente trasmesse agli altri, come nel racconto del 1954 COLAZIONE AL CREPUSCOLO “Tim non riusciva a rispondere. Loro non avrebbero capito, perché non avrebbero voluto capire. Non avrebbero voluto sapere. Avevano solo desiderio di essere rassicurati. Lo leggeva nei loro occhi. Paura. Miserabile, patetica paura. Avevano la sensazione di qualcosa di orribile… e avevano paura. Scrutavano il suo viso in cerca di aiuto. In cerca di parole di conforto. Di parole che avrebbero scacciato la loro paura.” C’è la paura che annichilisce, impedendo l’azione, impedendo di vivere una vita degna di chiamarsi tale: “La paura può portare a commettere più errori dell’odio o dell’invidia. Se hai paura, non ti butterai mai completamente nelle braccia della vita. La paura ti spinge sempre a frenarti in qualcosa.” SCORRETE LACRIME, DISSE IL POLIZIOTTO (1970). E c’è una paura che fa correre all’indietro la lancetta del tempo, quasi a ripercorrere a ritroso la strada dell’evoluzione: “La paura lo privò della sensazione di essere umano, di essere un uomo. Non era una paura umana quella, era la paura di un piccolo animale. Lo rigettò indietro, trasportandolo in ere passate, Sradicò dal presente il suo io, il suo essere. Dio, pensò Joe, la paura che sto provando è una paura vecchia di milioni di anni.” GUARITORE GALATTICO (1967). E la paura dell’esistenza in sé, quella che ci portiamo dietro fin dalla nascita, inseparabile compagna della vita: “Quando considero il breve arco della mia vita, inghiottito nell’eternità che lo precede e lo segue, il minuscolo spazio che io occupo, o addirittura vedo, sprofondo nell’immensità senza fine di spazi che non conosco. E che non mi conoscono, provo paura.” (…) “Era paura come condizione esistenziale assoluta: la base stessa della sua vita. Era stato separato, strappato via da una qualche fusione che noi non potevamo immaginare… almeno in quel momento.” L’ANDROIDE ABRAMO LINCOLN (1962). E infine la paura delle creature inermi, che vorrebbero potersi esprimere, e patire, come gli umani, ma non possono: ROOG racconto del 1953 “Parla della paura; parla della lealtà; parla di un’oscura minaccia e di una brava creatura che non riesce a comunicare a coloro che ama la consapevolezza di quella minaccia.” (Philip. K. Dick). 

Nessun commento:

Posta un commento