La telepatia è un tema in Dick che ha una grossa affinità con quello
della paranoia: “-Noi
schizofrenici abbiamo questo problema, captiamo l’ostilità inconscia degli
altri.- -Capisco. Il fattore telepatico. Con Clay andò sempre più peggiorando
finché…- Lo guardò. –L’esito paranoide.- -È la cosa peggiore della nostra
condizione, questa coscienza del sadismo e dell’aggressività sepolti e rimossi
negli altri intorno a noi, perfino negli estranei. Come vorrei che non
l’avessimo, lo percepiamo perfino nei ristoranti…-“ NOI MARZIANI (1962). Il telepate è effettivamente un mestiere molto
difficile, in cui la capacità acquisita tramite l’addestramento e il duro
lavoro risultano importanti forse ancor più delle potenzialità innate: “Un telepate doveva imparare ad avere la
pelle robusta. In pratica, doveva imparare a sintonizzarsi sui pensieri consci,
positivi, di un individuo, tralasciando la mistura assortita dei suoi processi
mentali inconsci. Sbirciando in quella regione, si poteva trovare praticamente
di tutto… e quasi in chiunque. Ogni dattilografo che transitava per il suo
ufficio aveva pensieri fuggevoli di distruggere il proprio superiore per
prendere il suo posto… e alcuni miravano anche più in alto; strutture mentali
ricche di fantastiche illusioni personali esistevano anche negli uomini e nelle
donne più miti…” NOSTRI AMICI DI
FROLIX 8 (1968-9). E forse in realtà la telepatia è qualcosa che tutti
possono imparare: “Secondo la teoria di
convergenza di Balkani, esisteva una scorciatoia che consentiva un contatto tra
le particelle di materia a prescindere dalla distanza che le separava. Era
attraverso questo punto di convergenza che le vibrazioni dell’aura si
trasformavano in telepatia a largo raggio. Quindi, sempre secondo questa
teoria, Balkani era riuscito ad addestrare un discreto numero di persone – tra
cui Percy X – rendendole capaci di penetrare la mente anche a distanze
considerevoli. Di fatto, però, la teoria implicava che chiunque, nelle
condizioni adeguate, avrebbe potuto stabilire un contatto telepatico. In fin
dei conti tutti hanno una relazione con il punto di convergenza.” LA CONQUISTA DI GANIMEDE (1964).
Oppure si può acquisire per caso: “Con un
sospiro, il signor Lee disse: -La scatola empatica l’ha trasformata per un
momento in un telepate involontario. È stato un colpo per lei.- Gli batté sulla
spalla. –La telepatia e l’empatia sono due versioni della stessa cosa.” I SEGUACI DI MERCER racconto del 1964.
Ma per i telepati di mestiere non è solo un lavoro duro e faticoso, è anche un
mondo, una forma di vita da cui è impossibile separarsi (e nel caso lo fosse
sarebbe estremamente doloroso): “Dai suoi
occhi trapelava una sofferenza interiore. –Ormai è finita, è come diventare
improvvisamente ciechi. Dopo l’intervento ho urlato e pianto per un sacco di
tempo. Non riuscivo ad abituarmi e sono crollata.-“ LOTTERIA DELLO SPAZIO (1953-4). In ogni caso la telepatia vista da
quelli che ne sono privi, risulta essere un potere malvagio e opprimente: “-Tutti odiano i Tel- disse Sally. –È un
potere cattivo, sporco. Scrutare nella mente degli altri è come guardarli
quando fanno il bagno o si vestono o mangiano. Non è naturale.- Curt sorrise.
–Sono diversi dai Precog? Non puoi definire naturali nemmeno i nostri poteri.-
-La precognizione ha a che fare con eventi, non con persone- disse Sally.
–Sapere cosa sta per succedere non è peggio del sapere quello che è già
successo.-“ nel racconto IL MONDO
DEI MUTANTI (1954). E ancora: “-Sto
captando molte stranezze nella sua mente- -Esca dalla mia mente- ribatté brusco
Jason, con un senso di repulsione. Non gli erano mai piaciuti i telepati
impiccioni, spinti solo dalla curiosità, e quel tipo non faceva eccezione.” SCORRETE LACRIME, DISSE IL POLIZIOTTO (1970).
Ovviamente c’è anche chi si serve dei telepati, come, ad esempio, la polizia: “Un poliziotto stava estraendo una barretta
telepatica, un sensore che avrebbe captato e registrato i suoi pensieri per dar
modo alla polizia di controllarli.” GUARITORE
GALATTICO (1967). Se ne servono perfino quelli che combattono i mutanti: “…i castrati telepatici tollerati perché
erano utili nella difesa contro altri mutanti.” LE ILLUSIONI DEGLI ALTRI racconto del 1957. Ma per chiunque, anche
per chi non ha nulla da nascondere, l’idea di poter essere violati nel luogo
ritenuto più sacro e intimo, la nostra mente, risulta intollerabile: “-Le abbiamo inserito nella testa un
trasmettitore telepatico che ci tiene costantemente informati.- Un
trasmettitore telepatico, fatto con un plasma vivo che era stato trovato sulla
Luna. Rabbrividì di disgusto. Quella cosa viveva dentro di lui, dentro al suo
cervello, si nutriva, ascoltava, si nutriva…” nel racconto del 1966 MEMORIA TOTALE. E allora ecco che,
anche sapendo di fare una cosa illegale, la voglia di opporsi, di resistere si
fa avanti, costi quel che costi: “SALVE!
QUESTO SCHERMO ANTISONDA LE VIENE INVIATO COI COMPLIMENTI DEL FABBRICANTE E
NELLA SINCERA SPERANZA CHE POSSA ESSERE DI QUALCHE VALORE PER LEI. GRAZIE.
Nient’altro. Nessuna ulteriore informazione. Aveva riflettuto a lungo. Doveva
metterlo? Non aveva mai fatto niente. Non aveva fatto nulla da nascondere,
nessuna slealtà all’Unione. Però l’idea lo affascinava. Col cappuccio, la sua
mente sarebbe stata soltanto sua. Nessuno avrebbe potuto scrutarla. La sua
mente sarebbe di nuovo appartenuta a lui, privata, segreta. Avrebbe potuto
pensare come preferiva: una successione sterminata di pensieri a uso e consumo
suo, e di nessun altro.” IL
FABBRICANTE DI CAPPUCCI racconto del 1955.
Nessun commento:
Posta un commento