Una sfida! Come si fa a
parlare di un’immagine che è servita per illustrare tre copertine di tre
diversi romanzi dickiani? Un’immagine sola concepita per tre diverse storie.
Un’immagine unica da smembrare, da suddividere, da piegare a tre esigenze
narrative che hanno solo vagamente come minimo comun denominatore il gioco. Il
gioco è per “Lotteria spaziale” quel sistema di lotteria del potere su cui si
basa l’elezione del Quizmaster, l’essere umano designato dalla sorte a
governare il mondo. In “I giocatori di Titano” è il gioco d’azzardo che gli
alieni padroni della Terra, i Vug, ectoplasmi abitanti di Titano, hanno
insegnato ai terrestri resi sterili dalle radiazioni della guerra, per operare
una specie di scambismo delle coppie e aumentare la possibile fertilità. E
infine “Nostri amici di Frolix 8” in cui il gioco è rappresentato dal sistema
usato per rendere possibile la scalata sociale ed è basato su una serie di
test, che poi si riveleranno truccati. A prima vista, quella di Silverini,
sembra una operazione al risparmio e forse, chissà, in parte può essere stata
dettata da una possibile stanchezza, un bisogno di risparmiare energie nella
lunga e laboriosa avventura di illustrare tutte le copertine di Dick. Certo è
che se i tre romanzi in questione perdono il privilegio, che gli altri hanno
avuto, di un’attenzione mirata, per contro il corpus dell’opera dickiana
acquista una focalizzazione particolare su uno dei temi cardine che sottende
l’intera filosofia della narrativa dickiana. Quella del caso, del fortuito, del
gioco appunto.1 Se mai fosse necessario scegliere un’immagine per un
ipotetico cofanetto contenente tutti i romanzi di Dick, questa sarebbe la cover
più appropriata. “A Dio piace giocare”2 e Dick non perde occasione
per ricordarcelo. Il tappeto magico che ospita il gioco dei monopoli con al
centro un cerchio che sembra alludere alla roulette contiene tre personaggi,
due specie di croupier e un signore di spalle seduto su una mazzetta di fiches di carta. Ognuno di loro occupa una porzione
di spazio che seguirà la naturale divisione per le tre copertine. Particolare
curioso ma accattivante, l’uomo in alto, seduto su uno sgabello, a seguito del
taglio sembrerà più un pescatore con la lenza che un croupier intento a
raccattare i soldi con il suo rastrello. Un pescatore triste, alla Keaton, per
la copertina di “I giocatori di Titano”. In piena conformità con l’idea del
romanzo di una ricerca spasmodica di futuro, di un futuro che per questa
umanità stanca e sfibrata si configura nella ricercatissima e improbabile
capacità di procreare nuovi eredi alla razza umana. Attesa di una pesca tanto
meravigliosa quanto inutile. Al centro invece si concentra il turbine del gioco
vero e proprio, la necessità di aver fortuna. Il croupier ha il volto basso,
intento nel suo lavoro rivela fattezze d’automa. E’ un gran gioco quello di
“Lotteria spaziale” per un potere fine a se stesso, che più che di
prevaricazione sa di morte; il gioco finale, l’ultimo. E infine l’omino
pensieroso della porzione in basso, che servirà per “Nostri amici di Frolix 8”,
probabilmente è assorto in un sogno, nell’inutile sogno di qualcuno che
dall’esterno, da qualche parte lassù, ci venga a salvare.
2 Philip K. Dick, Divina invasione, 1980
Venerdì 20 marzo: Antonello Silverini - Deus Irae
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