disegno di Marisa Bello |
“Sì,
sono sul bordo della realtà;
livello
dopo livello, ognuno più
ontologicamente
reale del precedente,
e
poi… il nulla. Il vuoto.
Solo
un debole vento che smuove la realtà,
che
la strattona.
E
magari un luccichio di colore,
per
un attimo.(866)
“Nelle
storie di Dick, fra tutta l’angoscia per gli universi che si disintegrano e la
realtà instabile, c’è sempre la sensazione di una realtà ultima nascosta sotto
la contraffazione.”(130 nota) Gabriel Mckee, l’autore di questa nota porta
come esempio della fede in un assoluto da parte di Dick le figure di Ubik, di
Colui che Cammina sulla Terra1 e di Wibur Mercer2. “Contrariamente alle apparenze qualcosa è
davvero reale” e questo collocherebbe, in definitiva, Dick “nella tradizione dei mistici apofatici3 come Meister Eckart o l’anonimo autore di
La nube della non conoscenza4.” Ora, se non c’è dubbio che Dick
parli spesso di una realtà altra, che sta dietro, nascosta, è altrettanto vero
che questa realtà ultima viene sottoposta dallo stesso Dick a un tale spingi e
tira che alla fine il tirare, al contrario della realtà che viene tirata,
risulta essere l’unica vera realtà. “Heidegger
dice: ‘perché c’è qualcosa invece del nulla?’ Al che chiedo: ‘perché Heidegger
pensa che ci sia qualcosa invece di nulla?’ Il tirare è reale e il campo della
realtà che viene tirato non lo è. Così che ciò che è genuinamente reale viene
indicato dal suo effetto sul ‘campo della realtà’ (che non è reale), ma che
cos’è che tira io non ne ho idea.”(890) Allora su quale bordo di
realtà si situa Dick e che tipo di fessura è quella che si è prodotta
dall’esperienza del 2.3.74? Una fessura da cui guardare la realtà, quella vera,
ultima come suggerisce Mckee, o quella che affaccia al baratro della follia di
una realtà non più condivisa, o ancora qualcosa
di altro? Qualcosa d’altro che sia più simile allo sguardo del genealogista
foucaultiano che a quello del mistico; uno sguardo che si apra alla
consapevolezza che “il mondo non è una rappresentazione che consenta di
mascherare una realtà più vera e nascosta dietro le quinte. Il mondo è così
come esso appare.”5 Dick confessa che ha “dovuto sviluppare un amore per il disordine e la confusione, vedendo
la realtà come un grande enigma da fronteggiare gioiosamente, non con la paura
ma con infaticabile fascinazione. Quello che serviva di più era la messa a
prova della realtà, e la disponibilità ad affrontare l’esperienza che si
autonega: ovvero le autentiche contraddizioni, con qualcosa che è allo stesso
tempo vero e non vero.”(738) Cioè qualcosa che si può indagare
ma che non può avere nessuna pretesa di autenticità, men che meno rimandabile a
una qualsivoglia autenticità dietro le quinte. La realtà del chiosco di bibite
in ‘Tempo fuori di sesto’ si dissolve lasciando al suo posto un foglietto con
su scritto chiosco di bibite, non aprendo un varco verso una qualche alterità.
Banalmente rimane un nome, una nominazione. Un’illusione non nasconde altro che
se stessa, ma il rapporto di questa con noi stessi è tutt’altro che illusorio: “tutto quello che bisogna fare è credere
totalmente che lo schema ‘X’ esiste e se ‘X’ è potenzialmente reale passerà per
autentico. Questo richiede una relazione spingi-tira fra la persona e la
realtà. Non può, diciamo far nascere una fenice azzurra ex nihilo; la persona
deve entrare in un progressivo, intricato dialogo con la realtà in cui c’è
risposta fra entrambe le parti. (questo presume capacità di sentire, volontà e
intenzionalità nella realtà). È richiesta
la messa alla prova della realtà, non la sua assenza. Sta soppesando le
sue parti flessibili più morbide, dove cederà, quanto e in qual modo.”(739-740)
Possiamo anche considerarla illusione ma è un’illusione i cui effetti non
possono essere che reali.
Nota 1: Labirinto di morte (1968)
Nota 2: Ma gli androidi sognano le pecore
elettriche? (1966)
Nota 3: pervenire alla conoscenza di Dio tramite
negazioni: Dio non è… http://www.treccani.it/enciclopedia/apofatico/
Nota 4: The Cloude of Unknowyng) è una guida spirituale pratica scritta
nel XIV secolo da un anonimo inglese. Il
testo è scaricabile qui: http://gianluca05.altervista.org/alterpages/files/nubenonconoscenza.pdf
Nota 5: H. L. Dreyfus – P. Rabinow, La ricerca di Michel Foucault, La casa Husher, Firenze, 2010, p.166
Tra 7 giorni: Esegesi 12 - Nel cuore della notte
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