Quanto sia pericoloso
leggere le storie di Philip K. Dick ce lo racconta lui stesso in IL GIORNO CHE IL SIGNOR COMPUTER USCI’ DI
TESTA, un racconto del 1977: “Giosé
Criticabile andò in bagno a lavarsi, e scoprì che il liquido che si stava spruzzando
in faccia era una bibita alle radici tiepida. Cristo, pensò. Questa volta il
Signor Computer è ancora più balordo del solito. Avrà letto vecchi racconti di
fantascienza di Phil Dick, decise. Ecco cosa ci guadagniamo ad aver fornito al
Signor Computer tutta la vecchia spazzatura di questo mondo da leggere e
immagazzinare nelle sue banche della memoria.” Confessione simile aveva
fatto in precedenza nel racconto L’OCCHIO
DELLA SIBILLA (1975) “mi chiesero di
scrivere su un modulo cosa volessi fare da grande, e io ripensai al mio sogno
sull’uomo venuto da un altro universo, e così scrissi: FARO’ LO SCRITTORE DI
FANTASCIENZA. La mia famiglia si arrabbiò molto, ma il fatto è che quando loro
si arrabbiavano io mi intestardivo, e poi la mia ragazza, Ysabel Lomax, mi
disse che non ce l’avrei mai fatta e comunque in quel campo non si facevano
soldi e la fantascienza era idiota e soltanto i tipi foruncolosi la leggevano.
Così io decisi di scriverla senz’altro, perché i tipi foruncolosi devono avere
qualcuno che scriva per loro; non sarebbe giusto scrivere solo per chi ha la
carnagione liscia. L’America si fonda sul concetto di giustizia”. Ma è nel
racconto del 1964 ORFEO DAI PIEDI
D’ARGILLA che abbiamo l’analisi più spietata del genere fantascientifico: “Jack, se posso permettermi di chiamarla
così, mi chiedo perché diavolo lei non abbia mai tentato con la fantascienza.
Secondo me… _Te lo dico io perché_ lo interruppe Jack Dowland. Si mise a
passeggiare avanti e indietro, con le mani infilate nelle tasche dei calzoni
_Perché ci sarà una guerra nucleare. Il futuro è nero. Chi ha voglia di
scriverne? Criiiisto._ Scosse la testa. _E comunque, chi la legge quella roba?
Adolescenti coi brufoli. Disadattati. Ed è pattume! Citami un bel racconto di
fantascienza, uno solo. Una volta quando stavo nello Utah ho trovato una
rivista su un autobus. Pattume! Non scriverei quella spazzatura nemmeno se mi
pagassero bene, e mi sono informato e non pagano bene. Qualcosa come mezzo cent
a parola. E chi riesce a vivere con quei soldi?_ Disgustato si avviò alle
scale.” Nel racconto PULCE D’ACQUA (1964)
il protagonista è lo scrittore di fantascienza Paul Anderson che viene rapito e
trasportato nel futuro. Nello stesso racconto si trovano citati anche Ray
Bradbury, A. E. VanVogt, Isaac Asimov, Murray Leinster, Jack Williamson, Damon
Knight, Alfred Bester e lo stesso Dick. Infine in MA GLI ANDROIDI SOGNANO PECORE LE PECORE ELETTRICHE? (1966) il
genere letterario fantascientifico viene definito “narrativa precoloniale”, cioè “storie
scritte prima dei viaggi spaziali ma che parlano di viaggi spaziali.” In cui
veniva “descritto Venere come una giungla
del paradiso, popolata da mostri enormi e da donne vestite di corazze lucenti”,
una letteratura buona per essere contrabbandata su Marte, perché sulla Terra
non valeva niente, mentre tra i coloni era molto richiesta e valeva una
fortuna.
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