martedì 19 maggio 2015

Fantascienza



Quanto sia pericoloso leggere le storie di Philip K. Dick ce lo racconta lui stesso in IL GIORNO CHE IL SIGNOR COMPUTER USCI’ DI TESTA, un racconto del 1977: “Giosé Criticabile andò in bagno a lavarsi, e scoprì che il liquido che si stava spruzzando in faccia era una bibita alle radici tiepida. Cristo, pensò. Questa volta il Signor Computer è ancora più balordo del solito. Avrà letto vecchi racconti di fantascienza di Phil Dick, decise. Ecco cosa ci guadagniamo ad aver fornito al Signor Computer tutta la vecchia spazzatura di questo mondo da leggere e immagazzinare nelle sue banche della memoria.” Confessione simile aveva fatto in precedenza nel racconto L’OCCHIO DELLA SIBILLA (1975) “mi chiesero di scrivere su un modulo cosa volessi fare da grande, e io ripensai al mio sogno sull’uomo venuto da un altro universo, e così scrissi: FARO’ LO SCRITTORE DI FANTASCIENZA. La mia famiglia si arrabbiò molto, ma il fatto è che quando loro si arrabbiavano io mi intestardivo, e poi la mia ragazza, Ysabel Lomax, mi disse che non ce l’avrei mai fatta e comunque in quel campo non si facevano soldi e la fantascienza era idiota e soltanto i tipi foruncolosi la leggevano. Così io decisi di scriverla senz’altro, perché i tipi foruncolosi devono avere qualcuno che scriva per loro; non sarebbe giusto scrivere solo per chi ha la carnagione liscia. L’America si fonda sul concetto di giustizia”. Ma è nel racconto del 1964 ORFEO DAI PIEDI D’ARGILLA che abbiamo l’analisi più spietata del genere fantascientifico: “Jack, se posso permettermi di chiamarla così, mi chiedo perché diavolo lei non abbia mai tentato con la fantascienza. Secondo me… _Te lo dico io perché_ lo interruppe Jack Dowland. Si mise a passeggiare avanti e indietro, con le mani infilate nelle tasche dei calzoni _Perché ci sarà una guerra nucleare. Il futuro è nero. Chi ha voglia di scriverne? Criiiisto._ Scosse la testa. _E comunque, chi la legge quella roba? Adolescenti coi brufoli. Disadattati. Ed è pattume! Citami un bel racconto di fantascienza, uno solo. Una volta quando stavo nello Utah ho trovato una rivista su un autobus. Pattume! Non scriverei quella spazzatura nemmeno se mi pagassero bene, e mi sono informato e non pagano bene. Qualcosa come mezzo cent a parola. E chi riesce a vivere con quei soldi?_ Disgustato si avviò alle scale.” Nel racconto PULCE D’ACQUA (1964) il protagonista è lo scrittore di fantascienza Paul Anderson che viene rapito e trasportato nel futuro. Nello stesso racconto si trovano citati anche Ray Bradbury, A. E. VanVogt, Isaac Asimov, Murray Leinster, Jack Williamson, Damon Knight, Alfred Bester e lo stesso Dick. Infine in MA GLI ANDROIDI SOGNANO PECORE LE PECORE ELETTRICHE? (1966) il genere letterario fantascientifico viene definito “narrativa precoloniale”, cioè “storie scritte prima dei viaggi spaziali ma che parlano di viaggi spaziali.” In cui veniva “descritto Venere come una giungla del paradiso, popolata da mostri enormi e da donne vestite di corazze lucenti”, una letteratura buona per essere contrabbandata su Marte, perché sulla Terra non valeva niente, mentre tra i coloni era molto richiesta e valeva una fortuna.  

Le voci di Dick riprenderanno martedì 22 settembre. Per chi fosse interessato il 28 maggio si inaugurerà la mia mostra (qui) e il 5 e 6 giugno si svolgerà il convegno su Antonio Caronia (qui) 

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