Sì è lui, in primo piano, esaltato e tracotante.
No, non è mr. Lars quello di cui stiamo parlando; mr. Lars ce lo immaginiamo
affatto diverso. E’ l’uomo tipico, il rappresentante medio, più medio di tutti,
l’uomo dal vestito grigio Surley G. Febbs, che Carlo Pagetti traduce in “Sorcey (perché ha qualcosa di sorcino,
subdolo), O. (come Oronzo), Fosse, un banalissimo anagramma di Fesso.” Entusiasta
sostenitore di quel mondo (reso da Silverini con quel colore rosa pallido
pallido) in cui gli oggetti di consumo sono resi nella loro verità più
drammatica, cioè quella di armi letali per la distruzione del mondo. A
cos’altro corrisponde un sistema di valori che esalta lo sperpero e il consumo
illimitato se non al desiderio di correre più velocemente possibile incontro
alla fine. Penne missili, pecore bombe dalle fatali superpuzze; Sorcey O. Fosse
non ci sta più nella pelle dalla gioia per la prospettiva di farla finita in
fretta, con gli altri, con tutti quegli altri che noi siamo abituati a chiamare
“gente”. Quella stessa gente di cui facciamo parte e di cui inevitabilmente
condividiamo il destino. Ridi, ridi fesso Fosse!
Venerdì 8 maggio: Antonello Silverini - I simulacri
Venerdì 8 maggio: Antonello Silverini - I simulacri
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