Enigmatica e misteriosa. Un cartello stradale
indica una via a senso unico. Una giromobile…; questa è la meraviglia delle immagini
di Antonello Silverini, quando non sai che scrivere, quale spiegazione darne,
ti lasci andare e accetti di addentrarti in un immaginario ricco e generoso che
ti permette comunque di dire qualcosa. Non c’è nessuna giromobile nel romanzo di
Dick? Poco importa, sarà allora una cronosfera che viaggia nel tempo,
ripercorrendo a ritroso quella inesorabile one way. Il pilota vintage,
probabile reduce di un’arcaica pubblicità Pirelli, rimane inquadrato in una
vecchia lastra per dagherrotipo tenuta su da un precario frammento di adesivo.
Presi di per sé sono elementi di una
banale realtà, ma nel loro bislacco assemblaggio assecondano il compito che
Jean Baudrillard assegna all’immaginario fantastico nella nuova era
dell’iperrealtà, la nostra: “realizzare
situazioni decentrate, modelli di simulazione e (…) ingegnarsi a dar loro i
colori del reale, del banale, del vissuto, (…) reinventare il reale come
finzione”1 Proprio come Silverini ha fatto sin dalle prime
copertine dickiane.
1. Jean Baudrillard, Simulacri e fantascienza, Postfazione
Venerdì 15 maggio: Antonello Silverini - Un oscuro scrutare
Nessun commento:
Posta un commento