L’olfatto, scrive Marshal
McLuhan1, è “il più sottile e il più delicato dei sensi umani, ma è
anche il più iconico, in quanto coinvolge più di tutti gli altri l’intero
sistema nervoso.” Di conseguenza più una società è evoluta “a più alto livello
di alfabetismo” più cercherà di “eliminare gli odori dell’ambiente” e
stigmatizzerà il “segno distintivo” e di “affermazione insostituibile
dell’individualità umana”, l’odore del corpo, come “parola ripugnante”. L’odore
ripugnante dell’umano è un motivo importante nell’opera di Dick. Lo troviamo
come ossessione fobica in I SIMULACRI
(1963) in cui il pianista psicocinetico Richard Kongrosian, dopo aver ascoltato
un diffusore pubblicitario, si convince di possedere un odore fobico capace di
contaminare il mondo intero. “Il mio
corpo puzza. A causa del diffusore, si era convinto di emanare un odore
orribile; era stato proprio il diffusore a contaminarlo, e non c’era modo di
liberarsi da quel fetore; per settimane Kongrosian non aveva fatto altro che
lavarsi e deodorarsi in tutti i modi possibili, ma senza ottenere alcun
risultato. Era quello il problema degli odori fobici; una volta acquisiti ti
rimanevano addosso, e la loro spaventosa potenza non faceva che aumentare.
Adesso lui non osava avvicinarsi a un altro essere umano; doveva tenersi a
qualche metro di distanza in modo che quello non percepisse il suo odore.
Niente bionde dai seni abbondanti per lui.” L’umano che puzza è leitmotiv
anche in molti racconti “chi vuole
giocare con un essere umano? Torna pure a casa. Tu… puzzi.” dice il robot
al bimbo umano in JAMES P. CROWN (1954)
e addirittura in SALTARE IL FOSSO (1954)
abbiamo la Terra divisa tra il partito dei puristi e quello dei naturalisti. Il
primo vuole che gli esseri umani non puzzino più e per questo aveva presentato
una proposta di legge per far togliere obbligatoriamente le ghiandole
sudorifere e altre imposizioni simili, per l’alito cattivo, i denti e i capelli
sporchi. Al contrario per i naturalisti tutto doveva rimanere naturale, come la
natura aveva deciso. Troviamo infine una variante interessante in ILLUSIONE DI POTERE (1963), qui il
marchio dell’odore umano, come cosa ripugnante, sembrerebbe riservato
principalmente all’essere ibridato, all’umano contaminato nella sua essenza
naturale da qualcosa di artificiale che lo infetta e lo fa puzzare “-un
androide è qualcosa che puzza- disse egli parafrasando T. S. Eliot.” L’ibrido
non piace neanche agli animali predatori di Marte che si tengono lontani dal
terrestre che presenta le stimmate artificiali di Eldritch, LE TRE STIMMATE DI PALMER
ELDRITCH (1964).
1 Marshal
Mcluhan, Gli strumenti del comunicare, Milano, Il saggiatore