martedì 21 aprile 2015

Emigrazione


Fondamentale nelle opere di Philip K. Dick più che un’utopia da realizzare, un posto in cui emigrare. Un problema demografico che si avvertiva più urgente allora che oggi, nonostante che il nostro oggi abbia più che raddoppiato la popolazione. Meta obbligata per i nuovi coloni, Marte. Unica consolazione sono gli schiavi androidi al loro servizio , perfette simulazioni umane, anche se alle volte ribelli pericolosi, come in MA GLI ANDROIDI SOGNANO LE PECORE ELETTRICHE? (1966). Sul tema dell’emigrazione si può giocare la carriera del primo aspirante presidente nero degli Stati Uniti, come in SVEGLIATEVI DORMIENTI (1963) in cui la terra promessa a quella parte in eccesso della popolazione terrestre, messa opportunamente in ibernazione temporanea, si rivela un boomerang da cui entrano orde di uomini preistorici. Ma la più grossa fregatura la si trova in MENZOGNE SPA (1963) in cui grazie a un sistema di teletrasporto si avvia una migrazione di massa verso un lontano pianeta disabitato che presenta caratteristiche ambientali simili alle nostre. Peccato che il viaggio sia possibile solo a senso unico e che occorra una fiducia incondizionata riguardo alle meraviglie che vengono promesse. 

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