venerdì 17 aprile 2015

Antonello Silverini: Le tre stimmate di Palmer Eldritch


Elementare, semplice, l’idea figurativa di uno tra i principali romanzi dickiani si risolve in pochi elementi. La maschera antigas, richiamo all’incubo procurato al giovane Philip dal padre al ritorno dalla visione al cinema del film “Niente di nuovo sul fronte occidentale”. Un camice sgualcito, macerato, residuo, si direbbe, di un qualche scienziato pazzo tanto in voga nei film di fantascienza degli anni ’50. E infine un forchettone al posto di una mano; quasi una nota grottesca allusiva a un ben altrimenti letale artefatto, l’uncino del temibile avversario di Peter Pan. Copertina scarna ed essenziale che sbatte in “prima pagina” (la metà destra dell’immagine è quella che occuperà la prima di copertina) il dio che ci chiama con un gesto dell’unica mano integra e che con l’altra, un po’ ripiegata, seminascosta, esibisce il forchettone con cui pensa di divorarci. Un dio che conosce il galateo, che non sbrana ma che, con educazione, infilza. Intorno a lui il colore strappato del silenzio. Una collosa patina bianco verdastra che fa da contorno a questo dio della modernità. Un dio che sprofonda e fa sprofondare tutti nel delirio di un mondo a cui sembra non essere rimasto altro che divorare se stesso.


Venerdì 24 aprile: Antonello Silverini Ubik

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