Facile, a prima vista, fin troppo facile cavarsela
con la bomboletta spray per rappresentare il più importante, o comunque la si
pensi, uno dei maggiori romanzi di Dick. Ma Ubik è una bomboletta spray ed è
questa l’essenza di questo grande romanzo. Un essenza che si consuma, svanisce,
scompare. Buttandola in filosofia si potrebbe dire che è la degna fine di ogni
teoria essenzialista, che vede la realtà fondata una volta per tutte,
ontologicamente certa e salda. Di questo dispositivo di realtà, ampiamente
pubblicizzato come esergo a ogni capitolo, ben poco sembra rimanere saldamente
afferrabile. La bomboletta spray, sfaldandosi, rivela parte del suo interno
pieno di filamenti ingarbugliati. Uniche cose tangibili e apparentemente sicure
sembrano essere quelle monete sparse qua e là. Quella manciata di trenta denari
con cui si può comprare una vita e che qui molto più prosaicamente servono per
aprire una porta, azionare un elettrodomestico, rendere possibile una qualunque
azione quotidiana. Certo, emblemi di una società totalmente monetizzata, ma
anche tracce, segni delle pratiche di vita; residui di una realtà concreta.
Venerdì
1° maggio: Antonello Silverini Mr. Lars sognatore d’armi
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