sabato 25 ottobre 2014

P. K. Dick: Archetipi


“Un’irruzione dell’inconscio collettivo, insegna Jung, può spazzar via il fragile ego individuale. Nel fondo collettivo gli archetipi dormono; se destati, possono guarire o distruggere” VALIS (1978).  Essere sopraffatti da un archetipo vuol dire rischiare di diventare “soltanto un’estensione ambulante e parlante di quell’archetipo” come ricorda l’entità aliena frolixiana Morgo Rahn Wilc, dopo aver scrutato nei livelli più profondi della mente del terrestre Provoni in NOSTRI AMICI DI FROLIX 8 (1968-9); a quei livelli, gli dice il frolixiano: “ti fondi con entità primordiali dagli attributi divini, che possiedono un enorme potere.”  Ed è proprio quello in cui sono caduti i nazisti. Essi “si identificano con la potenza di Dio e credono di essere simili a dei. Questa è la loro pazzia di fondo. Sono sopraffatti da qualche archetipo; il loro ego si è dilatato psicoticamente a tal punto che non sanno più dire dove cominciano loro e dove finisce la divinità.” L’UOMO DELL’ALTO CASTELLO (1961). Ma l’archetipo può anche essere positivo, come l’archetipo anima che l’uomo conosce quando incontra una donna, GUARITORE GALATTICO (1967). E per i seguaci della religione del mercerismo, lo stesso Wilbur Mercer, suo fondatore, è l’archetipo di un’entità superiore, forse di un’altra stella, imposta alla nostra cultura da un disegno cosmico, MA GLI ANDROIDI SOGNANO LE PECORE ELETTRICHE (1966).

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