mercoledì 7 gennaio 2015

animali



Delle indagini di un cane di uno dei primi racconti ROOG (1953), lo stesso Dick commenta in una nota del 1976: “Parla della paura; parla della lealtà; parla di un’oscura minaccia e di una brava creatura che non riesce a comunicare a coloro che ama la consapevolezza di quella minaccia.”  L’animale  non è più un’alterità da cui difendersi, che va cacciato o domato. E’ sempre più solamente il nostro amico fedele che “rifiuta di entrare in Paradiso senza il suo padrone. E così aspettano, anno dopo anno. I NOSTRI AMICI DI FROLIX 8 (1968-9).  L’animale, quello vero, quando non è completamente estinto (come per i romanzi I SIMULACRI (1963) e LA PENULTIMA VERITA’ (1964) in cui non ci sono più neanche quelli domestici) sopravvive solo nelle forme aliene dei pianeti in via di colonizzazione o nel mondo postatomico di CRONACHE DEL DOPOBOMBA (1963) in cui l’estremo impoverimento della tecnologia, un vero e proprio crollo, riporta in primo piano il rapporto tra l’umano e l’animale. “Stava pensando che i rapporti con gli animali, adesso, erano diversi, molto più intimi. Non esisteva più l’abisso che c’era un tempo tra uomini e bestie.”  Il totemismo dell’animale di un tempo arcaico o futuro (come ad esempio nel romanzo DOTTOR FUTURO del 1959) con la sua funzione protettiva nei confronti del gruppo umano che lo adotta, viene sostituita, quando va bene, da una sorta di funzione empatica “credi (…) che possedere un animale aumenti l’empatia di una persona”  SCORRETE LACRIME, DISSE IL POLIZIOTTO (1970), ma per lo più  dal bisogno di possedere uno status symbol  che evidenzia una raggiunta posizione sociale. Nel mondo di MA GLI ANDROIDI SOGNANO LE PECORE ELETTRICHE? (1966) i pochi animali ancora esistenti sono tutti inseriti nel catalogo Sidney, con tanto di prezzo indicativo nazionale e disponibilità costantemente aggiornata. Chi non può permettersi un animale vero, deve ricorrere, giocoforza, ad uno artificiale.  Ma un animale autentico resta come desiderio insopprimibile; il rimprovero di Rachael, l’unica androide legalizzata nel romanzo, fa al cacciatore di androidi Rick è lapidario: “Quella capra (…) Tu ami quella capra più di me. Più di tua moglie, probabilmente. Prima viene la capra, poi tua moglie, poi dopo tutti gli altri… - Scoppiò a ridere, allegramente: - Cosa si può fare, se non ridere? Concluse.”  

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