Esiste
un’amnesia divina che compare nel primo romanzo LA CITTA’ SOSTITUITA (1953) e riguarda Ormazd, il creatore, in
eterna lotta con il distruttore Ahriman. La perdita della memoria costringe la
forza creatrice nel corpo di un comune mortale e lascia la piccola cittadina di
Millgate, nelle mani del potere malvagio di Ahriman. Solo il ritrovamento da
parte di Ormazd del “suo vero Io” permette l’infrangersi dell’incantesimo sulla
città e la liberazione di entrambe le divinità che possono riprendere a rincorrersi
e a fronteggiarsi nell’intero universo. Ed è in uno degli ultimi romanzi DIVINA INVASIONE (1980) che riappare ancora una divina amnesia. Il
bambino Emmanuel dovrà ricordare, un poco per volta, aiutato dalla piccola Zina
che lui e Zina sono il maschile e il femminile della divinità che si è scissa.
La riunificazione permetterà loro di opporsi al potere del male, a quel potere
che è “la cessazione della realtà, la
cessazione dell’esistenza stessa. E’ il lento dissolversi di tutto ciò che è
sino a trasformarsi (…) in un fantasma.” Il creatore e il distruttore,
l’amnesia colpisce il primo e lascia il mondo in balia del secondo. Ma
ritrovare la memoria è un imperativo anche per gli uomini, se è vero, come
sostiene il romanzo RADIO LIBERA
ALBEMUTH (1976) , che noi tutti viviamo ancora nell’antica Roma. Per
Nicholas Brady (co-protagonista insieme allo stesso Dick del romanzo) la
sensazione di non essere a Orange County in California, ma nell’antica Roma,
diviene man mano una certezza: “Sentivo
l’impero senza vederlo, avvertivo una grande prigione d’acciaio in cui
languivano prigionieri umani.” “E sapevo, come se dentro di me ci fosse un
orologio, che il tempo vero era il 70 d.C., che il Salvatore era giunto ed era
morto ma che sarebbe presto ritornato” “Ed egli sarebbe tornato” si chiede Brady “solo per scoprire che eravamo scomparsi, o peggio, che eravamo stati
assimilati nelle regole dell’impero, perdendo lo stesso ricordo di ciò che
eravamo veramente… o piuttosto perdendolo fino al momento in cui, col suo ritorno,
Egli ci avrebbe restituito quel ricordo? Risvegliando in uomini addormentati la
conoscenza perduta della loro reale natura?” L’anamnesi, la perdita dell’amnesia
permetterà all’uomo di “ricordare le sue
sacre origini”. Più prosaicamente, qua e là, in vari racconti, l’amnesia
umana riguarda la cancellazione di particolare scomparti di memoria, come per
Jemmings PREVIDENZA (1953) che ha dovuto subirla per contratto.
Le regole d’ingaggio della ditta che l’aveva assunto prevedevano di cancellare
la memoria dell’intera esperienza lavorativa al termine della prestazione. Nel
racconto PULCE D’ACQUA (1964) lo scrittore di fantascienza Paul Anderson
viene trasportato nel futuro ma al suo ritorno si provvede a una bella
ripulitura dei ricordi di quanto ha visto. Douglas Quail MEMORIA TOTALE (racconto 1966)
invece è un modesto impiegato che
sogna di andare su Marte, ma in realtà c’è già stato e più amnesie procurate
nascondono verità pericolose e sconvolgenti. Dio e uomo possono essere entrambi
colpiti dalla stessa sindrome, la perdita della memoria della loro vera
identità, che per il divino comporta la perdita di senso del mondo con il suo
conseguente sfaldarsi, mentre per l’uomo è il suo stesso esserci nel mondo che
viene messo in discussione. Se il suo risveglio a una coscienza più alta,
“divina” non riesce, l’altra faccia dell’anamnesi è la scoperta della propria,
non umanità possibile. Nulla è dato una volta per tutte e Garson Poole, per un
banale incidente, scopre che in realtà lui non era altro che una formica
elettrica, un androide a cui era stato fatto credere di essere umano. LE FORMICHE ELETTRICHE (RACCONTO 1968)
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