Davanti a un fondale di cartapesta imbiancata, cosparsa
di grumi di colore bianco grigio rosato, con toppe dello stesso materiale,
leggermente più scure, incollate sopra, sfilano tre macchine robotiche,
ossequiose, al servizio di un “umano” padrone di cui si intravedono unicamente
le gambe accavallate su di uno scorcio di sedia. La copertina di Redenzione immorale è tutta qui. La
statua sfigurata e sconciata del maggiore Streiter non viene rappresentata così
come il personaggio principale, il burlone, al massimo ce lo si può immaginare
nella parte mancante della copertina, in quella cesura che esclude il corpo
soprastante quelle lunghe gambe e quei piedi privi di calze installati dentro
scarpe forse un po’ troppo comode. Ma se manca la parte essenziale, il volto,
il sembiante di Allen Purcell, il dissociato protagonista del romanzo, manca pure
del tutto la raffigurazione satirica, graffiante che la precedente versione di
Karel Thole per Urania (qui) metteva in assoluta evidenza. Silverini preferisce il
tono pacato, un’apparente descrizione di superfice, monodirezionale,
monotematica: l’ossequiosa servitù dei media. Il sofisticato apparato
tecnologico dei media desideroso di soddisfare e ingraziarsi il padrone di
turno; padrone capo o padrone utente che sia. Ma è un ben strano potere quello che
li comanda ed è un ben strano servizio quello che qui si trova a servire. Una
luce aranciata sulla sfera munita di cinepresa e che funge da testa, concentra
la nostra attenzione sull’unica tonalità di vita, di vita “accesa”, dell’intero
quadro: la vita per delega.
Venerdì 16 gennaio: Karel Thole
Venerdì 16 gennaio: Karel Thole
Nessun commento:
Posta un commento