“Phil era fortemente terrorizzato dall’idea di scoprire in sé tendenze gay. La benevolenza che mostrava verso i suoi amici gay era tabù se applicata a se stesso.”1 Ed è proprio la paura a scoprire una tendenza latente di omosessualità a intercorrere qui e là nelle pagine dei suoi libri, come nel romanzo I SIMULACRI (1963): “quattro matrimoni, e l’ultimo era stato il più breve. Stava perdendo colpi. Magari, Dio non lo volesse, era un omosessuale latente”. Nel racconto L’ULTIMO TEST (1979): “gli fecero un esame fisico, gli tagliarono i capelli, gli diedero un uniforme, una brandina per dormire, e lo sottoposero a molti test psicologici. Bibleman sospettò che il vero obiettivo dei test fosse decidere se era un omosessuale latente, poi sospettò che i suoi sospetti indicassero che era un omosessuale latente”. Ironicamente arriverà a interpretare come debolezza il fatto che ai “disegnatori di armi alla moda, in contrasto con le loro controparti disgraziate appartenenti al mondo della sartoria (…) piacessero le donne” MR. LARS SOGNATORE D’ARMI (1964). Ma probabilmente non era tanto la norma, il dover essere “normale” il cruccio di Dick, quanto la propria virilità, il non essere debole, passivo (cosa che gli era stata spesso rimproverata dalla madre e in parte anche dal padre). Vecchio problema di cui non erano esenti neanche quei costumi, considerati erroneamente tanto permissivi degli antichi greci. È l’essere attivo piuttosto che passivo a fare la differenza. “Gli occhi da pesce morto della ragazza si voltarono a fissarlo. –Ma sei frocio?- Gli chiese Connie. –Cerco di non esserlo. Per questo ti ho portata qui questa sera. –Devi lottare molto contro questi tuoi impulsi? –Puoi ben dirlo. Connie assentì con il capo. –Sì, credo che tra poco lo scoprirò. Se sei un finocchio latente vorrai probabilmente che sia io a prendere l’iniziativa. Coricati e faccio io. Vuoi che sia io a svestirti? Va bene, distenditi semplicemente e farò io tutto. – Allungò la mano verso la cerniera dei suoi pantaloni.” UN OSCURO SCRUTARE (1973).
Nota 1: Lawrence Sutin, Divine invasioni, Fanucci, Roma, 2001, p. 69.
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