sabato 11 giugno 2016

Rushmore


Rushmore o “IoT” (Internet of Tinghs) “è un concetto, non una singola tecnologia che potete acquistare in negozio”1 “Diede una manata sul tavolo, e quello fece un salto, mettendosi poi freneticamente a radunare i piatti vuoti come un animale spaventato. Quindi schizzò via dalla stanza e sparì in cucina” in FOSTER, SEI MORTO, racconto del 1955, uno dei primi coloriti esempi dell’effetto Rushmore inventato da Dick.  Se lo spaesamento  degli oggetti che acquistano vita propria ha trovato l’immagine più inquietante nella loro rivolta proprio contro l’uomo che li ha costruiti, come accade per esempio nei film di Buster Keaton, con Dick questa ribellione, da autonomo sintomo d’insofferenza fine a sé stessa, diventa disobbedienza nei confronti dell’utente e servilismo verso il potere che li ha progettati e li sfrutta a proprio vantaggio.  È peraltro una rivolta non più muta, che parla ma non dialoga, se non per riconfermare la propria posizione irremovibile. “Con un balzo si alzò, aprì il comodino e tolse le istruzioni. Sì! Era obbligato a sognare ogni volta che adoperava il letto… a meno che… certo, a meno che non avesse azionato la leva del sesso. Lo farò, decise. Gli dirò che sto conoscendo una femmina in senso biblico. Tornò a stendersi e attivò il circuito di sonno. – Il tuo peso è di sessantatré chilogrammi e quattrocentoventi grammi, - disse il letto. – E su di me è appoggiato esattamente questo peso. Per cui non sei impegnato nella copulazione. – Il meccanismo disinserì il circuito di sonno , contemporaneamente, il letto iniziò a riscaldarsi; sotto il corpo di Joe gli avvolgimenti divennero decisamente caldi. Non poteva stare a discutere con un letto arrabbiato. Joe attivò il sincronismo sonno-sogno e chiuse gli occhi rassegnato.” GUARITORE GALATTICO (1967). Tra i più famosi, ed esilaranti, effetti rushmore i più ricordano il frigorifero e la porta di casa di Joe Chip in UBIK (1966); ma vanno ricordati anche il distributore di giornali, la teiera, i taxi automatici e soprattutto il dispositivo salvavita dell’armadietto dei medicinali di I GIOCATORI DI TITANO (1963): “L’armadietto dei medicinali disse: - Signor Garden, mi sto mettendo in contatto con il dottor Macy a Salt Lake City, a causa delle sue condizioni. - - Ma quali condizioni? – Fece Pete. Rimise in fretta le capsule di Enfital nel loro flaconcino. – Visto? – Restò in attesa. - È stato soltanto un gesto, una cosa momentanea. – Eccolo qui a supplicare l’Effetto Rushmore del suo armadietto… macabro. – D’accordo? – Gli chiese speranzoso. Un clic. L’armadietto si era chiuso. Pete sospirò di sollievo. Il campanello suonò. Che altro succede? Si chiese, attraversando l’appartamento in cui aleggiava un vago odore di muffa, il pensiero ancora ai sonniferi che poteva prendere… senza attivare il circuito d’allarme dell’effetto Rushmore.”

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