Rushmore o “IoT” (Internet
of Tinghs) “è un concetto, non una singola tecnologia che potete acquistare in
negozio”1 “Diede una manata
sul tavolo, e quello fece un salto, mettendosi poi freneticamente a radunare i
piatti vuoti come un animale spaventato. Quindi schizzò via dalla stanza e
sparì in cucina” in FOSTER, SEI
MORTO, racconto del 1955, uno dei primi coloriti esempi dell’effetto Rushmore
inventato da Dick. Se lo spaesamento degli oggetti che acquistano vita propria ha
trovato l’immagine più inquietante nella loro rivolta proprio contro l’uomo che
li ha costruiti, come accade per esempio nei film di Buster Keaton, con Dick
questa ribellione, da autonomo sintomo d’insofferenza fine a sé stessa, diventa
disobbedienza nei confronti dell’utente e servilismo verso il potere che li ha
progettati e li sfrutta a proprio vantaggio.
È peraltro una rivolta non più muta, che parla ma non dialoga, se non
per riconfermare la propria posizione irremovibile. “Con un balzo si alzò, aprì il comodino e tolse le istruzioni. Sì! Era
obbligato a sognare ogni volta che adoperava il letto… a meno che… certo, a
meno che non avesse azionato la leva del sesso. Lo farò, decise. Gli dirò che
sto conoscendo una femmina in senso biblico. Tornò a stendersi e attivò il
circuito di sonno. – Il tuo peso è di sessantatré chilogrammi e
quattrocentoventi grammi, - disse il letto. – E su di me è appoggiato
esattamente questo peso. Per cui non sei impegnato nella copulazione. – Il
meccanismo disinserì il circuito di sonno , contemporaneamente, il letto iniziò
a riscaldarsi; sotto il corpo di Joe gli avvolgimenti divennero decisamente
caldi. Non poteva stare a discutere con un letto arrabbiato. Joe attivò il
sincronismo sonno-sogno e chiuse gli occhi rassegnato.” GUARITORE GALATTICO (1967). Tra i più
famosi, ed esilaranti, effetti rushmore i più ricordano il frigorifero e la
porta di casa di Joe Chip in UBIK (1966);
ma vanno ricordati anche il distributore di giornali, la teiera, i taxi
automatici e soprattutto il dispositivo salvavita dell’armadietto dei
medicinali di I GIOCATORI DI TITANO
(1963): “L’armadietto dei medicinali
disse: - Signor Garden, mi sto mettendo in contatto con il dottor Macy a Salt
Lake City, a causa delle sue condizioni. - - Ma quali condizioni? – Fece Pete.
Rimise in fretta le capsule di Enfital nel loro flaconcino. – Visto? – Restò in
attesa. - È stato soltanto un gesto, una cosa momentanea. – Eccolo qui a
supplicare l’Effetto Rushmore del suo armadietto… macabro. – D’accordo? – Gli
chiese speranzoso. Un clic. L’armadietto si era chiuso. Pete sospirò di
sollievo. Il campanello suonò. Che altro succede? Si chiese, attraversando
l’appartamento in cui aleggiava un vago odore di muffa, il pensiero ancora ai
sonniferi che poteva prendere… senza attivare il circuito d’allarme dell’effetto
Rushmore.”
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