In DIVINA INVASIONE (1980) il male si presenta come “la cessazione della realtà, la cessazione
dell’esistenza stessa.” È un processo che “è iniziato con la caduta originale. Una parte del cosmo è caduta. La
divinità stessa ha subito una crisi. (…) una crisi nel terreno dell’essere? (…)
Nessuna creatura può immaginare il non-essere, soprattutto il proprio
non-essere.” Ma la crisi non è soltanto quella sul terreno dell’essere ma
anche quella tra uomo e mondo “gli uomini
e il mondo sono mutuamente tossici” e a questo può porre rimedio solo Dio,
quel dio che “si mimetizza con
l’universo, con la regione stessa che ha invaso: assume la parvenza di bastoni
e alberi e lattine di birra ai margini della strada; finge di essere spazzatura
gettata via, rottami di cui nessuno si cura. Appostato il vero Dio tende
letteralmente degli agguati alla realtà e a noi stessi. Dio, in verità, ci
attacca e ci ferisce, nel suo ruolo di antidoto.” VALIS (1978).
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