In DEUS IRAE (1964-75) abbiamo
un enorme patchwork di mutazioni, dalle blatte “evolute dai mammiferi, e in brevissimi anni” e che per questo sono
nostre parenti anche se puzzano e “offendono
il mondo. E di sicuro offendono Dio” ai corridori “con i musetti affabili all’insù. Non superavano il metro e venti
d’altezza. Erano grassocci e rubicondi, coperti di pelliccia fitta… con gli
occhietti luccicanti, i nasi frementi e grandi zampe da canguri.” Erano
tutte mutazioni “originate da quelli che
fondamentalmente erano veleni. Così tante e così in fretta; una gran quantità
di specie dirette. La natura, in lotta per superare i rifiuti della guerra; le
tossine.” Ma non sempre la mutazione è così ricca e divertente: “Per la famiglia Rosen era sempre stata fonte
di insoddisfazione che gli occhi di Chester si trovassero sotto il suo naso, e
la bocca là sopra, al posto degli occhi.” L’ANDROIDE ABRAMO LINCOLN (1962). In E JONES CREO’ IL MONDO (1954) abbiamo una mutazione creata
artificialmente per far vivere una nuova specie umana su Venere. La loro
esistenza da paria, segregata in un laboratorio, verrà riscattata alla fine su
quel pianeta dove potranno essere loro la normalità. E ancora la coppia
mostruosa di due in uno di George Walt in SVEGLIATEVI
DORMIENTI (1963) “Erano una forma di
gemelli mutanti, uniti alla base del cranio; un’unica struttura encefalica
serviva i due corpi separati. La personalità George risiedeva in un emisfero
del cervello e usava un occhio: il destro (…) e la personalità Walt viveva
nell’altra metà, distinta, con le sue idiosincrasie, i suoi punti di vista e i
suoi impulsi – e il suo occhio con cui guardare l’universo.” Nel racconto
del 1954 NON SAREMO NOI la Terra si
deve difendere dalla minaccia dei DEVI (devianti), mutanti dai poteri straordinari.
Un compito frustrante: “Essere giocati da
un animale! Qualcosa che scappa e si nasconde. Qualcosa senza un linguaggio.” Ed
è proprio forse il linguaggio a causare la nostra sconfitta: “Questo significa che l’intelligenza ha
fallito (…) Abbiamo portato l’intelligenza fino al livello massimo a cui può
arrivare. Troppo avanti, forse. Siamo già arrivati al punto in cui sappiamo
tanto, e pensiamo tanto, che non riusciamo ad agire.” Nel racconto dello
stesso anno IL MONDO DEI MUTANTI le
colonie nello spazio si sono ribellate al dominio terrestre e resistono al suo
potere militare solo grazie al contropotere esercitato dai mutanti, soprattutto
la capacità di un essere grasso e ritardato di distruggere i missili in arrivo
e dei telepati di individuare le spie infiltrate. Ma al di là di questo
impianto fantascientifico tradizionale, il vero conflitto su cui si innerva la
storia è tra i mutanti che detengono i poteri e dei nuovi mutanti con la
capacità di inibirli. Il tema della ricerca di un possibile equilibrio sembra
anticipare il mondo dei telepati e antitelepati di UBIK. In UN’INCURSIONE IN SUPERFICE (racconto1955)
nel mondo postatomico una nuova razza di umani sopravvive nel sottosuolo: “un tempo esisteva un’unica specie, i sap.
Il loro nome per intero è ‘homo sapiens’. Noi siamo nati, ci siamo sviluppati
da loro. Siamo mutanti biogenetici. Il cambiamento si è verificato durante la
terza guerra mondiale, due secoli e mezzo fa. Sino ad allora non c’erano mai
stati ‘Tecno’. – Tecno? – Fashold sorrise. – All’inizio ci chiamavano così.
Quando ci ritenevano solo una classe separata, non una razza diversa. Tecno.
Era il loro nome per ‘noi’. Il termine che usavano quando parlavano di noi. –
Ma perché? È un nome strano. Perché ‘Tecno’ Fashold? – Perché i primi mutanti
sono apparsi nella classe dei tecnocrati e gradualmente si sono diffusi in
tutte le classi colte. Sono emersi tra scienziati, studiosi, ricercatori,
gruppi di specialisti. In tutte le varie classi specializzate.” Nel
racconto NON-O invece il mutante è
il perfetto paranoide: “Hanno sempre
classificato la paranoia come malattia mentale. Ma non lo è! Non c’è una
mancanza di contatto con la realtà. Al contrario, il paranoide ha un rapporto
diretto con la realtà. È un empirista perfetto. Non contaminato da inibizioni
etiche e morali-culturali. Il paranoide vede le cose come realmente sono. In
effetti è l’unico individuo sano di mente.” E infine un ultimo racconto del
1964 GIOCATE E VINCETE in cui atterrano
in una monotona colonia terrestre su Marte, in tempi diversi, due astronavi
della Compagnia dei divertimenti. Due tipi di mutazioni mostruose si trovano al
loro interno: nella prima un corpo senza testa e nella seconda una testa senza
corpo. Parodie di quell’eterno mutare che , come di ce lo stesso Dick nella nota
al racconto, sembrerebbero dirci che: “è
come se le due forse opposte che stanno al disotto di ogni cambiamento
dell’universo fossero truccate; a favore di thanatos, la forza oscura, lo yin o
conflitto, vale a dire la forza della distruzione.”
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