“Il
dottor Labyrinth, come molta gente che legge tanto e che ha parecchio tempo
libero, si era convinto che la nostra civiltà stesse prendendo la strada di
Roma. Vedeva, io penso, formarsi le stesse crepe che avevano minato il mondo
antico, il mondo della Grecia e di Roma; ed era convinto che quanto prima il
nostro mondo, la nostra società, sarebbero scomparse come avevano fatto altre,
e che sarebbe seguito un periodo di oscurità.” Per
salvare almeno una delle più belle creazioni dell’umanità, la musica, Labyrinth
inventa una macchina ‘salvamusica’ che trasforma gli spartiti musicali in
esseri viventi dotati di istinto di sopravvivenza. Nascono così
l’uccello-Mozart, lo scarabeo-Beethoven, l’animale-Schubert, l’insetto-Brahms,
l’animale-Wagner, le cimici-Bach, l’uccello-Stravinsky. Ma qualcosa va storto e
gli animali si trasformano in animali orrendi. “La musica sarebbe sopravvissuta sotto forma di creature viventi, ma si
era dimenticato della lezione del giardino dell’Eden: una volta creata, una
cosa comincia a esistere per conto proprio e cessa di essere proprietà del suo
creatore, da modellare e amministrare secondo i suoi desideri. Dio, osservando
l’evoluzione dell’uomo, dovette provare la stessa tristezza, e la stessa
umiliazione, di Labyrinth, nel vedere le sue creature mutare e trasformarsi per
andare incontro alle necessità della sopravvivenza.” Come controprova
Labyrinth rimette nella macchina salvamusica una creatura e quel che ottiene è
uno spartito di musica orribile. Fortunatamente Labyrinth è stato un novello
Noè prudente e ha fatto si che tutte le creature nate dalla macchina fossero
sterili. LA MACCHINA SALVAMUSICA racconto del 1953. Ma forse è la musica in sé
a contenere una parte impura, caotica, pronta a riemergere da un passato lontano,
come quello dei Chupper, neo-neandertaliani nel romanzo I SIMULACRI (1963) oppure come quella tribale e guerriera degli
oppositori ai conquistatori vermiformi proveniente da Ganimede LA CONQUISTA DI GANIMEDE (1964-66) “Una seconda voce si unì alla prima, e poi
un’altra, e un’altra ancora. Joan non aveva mai udito niente di simile prima
d’allora. Un susseguirsi di lamenti che si fondevano l’uno nell’altro in un
unico e lungo singhiozzare che saliva e scendeva di tono senza mai
interrompersi, come guidato da un ritmo non stabilito, ma interno, un ritmo che
faceva pensare al battito di un grande cuore comune. Sembrava non esserci
alcuna melodia prestabilita e ogni voce si univa al canto e lo abbandonava a
suo piacimento. Molte voci si erano unite adesso. Il ritmo aumentava. Alcuni
uomini cominciarono a segnare il tempo battendo i palmi sui corpi. Per Joan la
bellezza di quella musica era come una fitta in pieno petto. La sua mente
opponeva resistenza dibattendosi come un uomo che affoghi, ma le emozioni furono
rapite dalla musica e trascinate via con furia selvaggia, verso il basso, come
un bastoncino in balia della corrente.” Ancora ne “I simulacri” troviamo,
oltre alla musica primitiva dei Chupper, un duo di Anfora che si esibisce
davanti alla First Lady degli Stati Uniti d’Europa e d’America, suonando
l’arrangiamento da Die Forelle di
Schubert e un virtuoso del pianoforte, psicocinetico e schizoide che non riesce
più a reggere le sue esibizioni in pubblico perché convinto di emanare una
puzza fobica in grado di contagiare il mondo intero. Se aggiungiamo i messaggi
subliminali inseriti nella musica di RADIO
LIBERA ALBEMUTH (1976) possiamo forse incominciare a intravedere
il profilarsi di una certa inquietudine nel rapporto tra Dick e la musica.
Quelli che a prima vista possono sembrare semplici incursioni in un campo
estraneo, ma molto amato da Dick, come la musica, diventano, a guardare con più
attenzione, una sorta di sintomi di un malessere. Forse il malessere del
rapporto che tutti noi intratteniamo col potere e che in un qualche modo può
essere sentito come una musica che ci pervade, che ci guida, a nostra insaputa,
nelle nostre relazioni. Musica primitiva, musica colta, entrambe portatrici di
un pericoloso messaggio subliminale. Il messaggio che siamo tutti eterodiretti?
Il rapporto tra la musica e l’opera di P. K. Dick è in gran parte ancora da
indagare,1 qui possiamo solo segnalare, in successione, tutta una
serie di citazioni musicali, di varia natura, rintracciabili nell’opera
dickiana. Un citazionismo che potrebbe rivelarsi utile per un approccio
diverso, inconsueto, a un’opera letteraria, soprattutto come in questo caso,
considerata di genere. In I GIOCATORI DI
TITANO (1963) troviamo un negozio musicale con il disco di Don Pasquale “L’aria di Schipa. Da-dum
da-da-da. Splendido brano.” Un cliente chiede il disco di Gigli, Una furtiva lacrima. E ancora: “-Che gelida manina- disse Schilling.2 –La prima delle due incisioni che ne ha
fatto Gigli, è di gran lunga la migliore. L’hai mai sentita la seconda? Tratta
dall’opera completa, di una bruttezza incredibile. Aspetta.- Tacque, in ascolto.
–Un’incisione superba- disse a Pete. – Dovresti averla, nella tua collezione.-
-Non mi piace Gigli- replicò Pete. –Singhiozza.- -Una convenzione- fece
Schilling, indispettito. – Era un italiano; è la tradizione.- -Schipa non lo
faceva.- -Schipa era un autodidatta.- disse Schilling.“ Ma “-Qual è secondo lei la miglior incisione
canora di tutti i tempi?- chiese Es Sibley a Pete. –Aksel Schiotz che canta
Everey Valley- rispose Pete. –Così sia- disse Les, approvando.” E poi
ancora l’aria della Regina della notte di Erna Berger e infine il duetto delle
ciliege (da L’Amico Fritz di Mascagni). Si potrebbe continuare segnalando qua e
là una Quarta di Mahler GUARITORE
GALATTICO (1967), un Arturo Toscanini e il Dies Irae in UBIK (1966) ecc. ma ora arriviamo a
concludere con una carrellata a volo d’uccello, in ordine di apparizione, sulla
trilogia di Valis. VALIS (1978):
Mick Jagger, i Grateful Dead, Handel, Wagner, il Parsifal, Sammy Davis Jr.,
David Bowie, Frank Zappa, Alice Cooper, Paul Simon, John Lennon. DIVINA INVASIONE (1980): Il violinista
sul tetto (versione per soli archi), John Dowland (il suo Scorrete lacrime, fa
da titolo anche al romanzo omonimo del 1970), Monteverdi, Penderecki,
Beethoven, Mahler, Mozart. LA
TRASMIGRAZIONE DI TIMOTHY ARCHER (1981): Paul McCartney, Bach, i Rolling
Stones, Henry Purcell, Frank Zappa, Captain Beefheart, Janis Joplin, il
Fidelio, Christa Ludwig, Frida Leider, Beethoven, Bing Crosby e Nat Cole, Gian
Carlo Menotti, il Dies Irae, Handel, il Wozzeck di Alban Berg, Patti Smith
Group, i Fleetwood Mac. E scusate se vi sembra poco.
1 Significativa eccezione nell’Enciclopedia dickiana a cura di Antonio
Caronia e Domenico Gallo, la voce di A. Caronia Musica e musicisti http://www.agenziax.it/wp-content/uploads/2013/03/philip-k-dick.pdf
Per
un’indagine su musica e potere in Dick: Massimiliano Viel, Do Androids Sing in the Shower http://una-stanza-per-philip-k-dick.blogspot.it/2015/06/massimiliano-viel-do-androids-sing-in.html
2 Schilling
è anche il nome del commerciante di dischi nel romanzo degli anni ’50 Mary e il gigante pubblicato postumo nel
1987.