Nel racconto di Arthur
Clarke “Nove miliardi di nomi di Dio” del
1953, dei monaci buddisti ingaggiano due esperti informatici con relativo super
computer per compilare la lista di tutti i possibili nomi di Dio. Alla fine,
compiuto lo scopo divino, il mondo dovrebbe svanire. Gli scienziati, nonostante
il loro inevitabile scetticismo, dovranno constatare che realmente, alla fine
dell’elenco, le stelle del firmamento, una ad una, si stavano inesorabilmente
spegnendo. Philip Dick nell’arco di tutta la sua vita prenderà più che sul
serio il nocciolo di questo racconto costruendo teorie su teorie, in romanzi,
saggi e in quello sterminato lavoro notturno, che lo terrà occupato dal 1974
alla morte avvenuta nel 1982, chiamato Esegesi. Scopo ultimo di tutto questo teorizzare
è stato per l’appunto il cercare di esaurire le possibili declinazioni delle
teorie su Dio, per permetterne la cancellazione e il subentro, al suo posto,
della realtà vera. Fatica infinita, condannata allo scacco permanente e a un
regresso all’infinito, riscattato però ogni volta dal desiderio di
ricominciare, di provare ancora. Di seguito una carrellata delle sue intricate
descrizioni delle possibili rappresentazioni di Dio, molto sofisticata in IN SENSO INVERSO (1965): “L’universo consiste di anelli concentrici
di realtà; più grande è l’anello, più esso partecipa della realtà assoluta.
Questi anelli concentrici alla fin fine si risolvono in Dio; è lui la fonte di
tutte le cose, ed esse sono tanto più reali quanto più gli sono vicine. E’ il
principio dell’emanazione, pensò. Il male è semplicemente una realtà inferiore,
un anello più distante da Dio. Dimostra la mancanza di una realtà assoluta, non
la presenza di una divinità malvagia.” Molto più grezza, dal sapore
rudemente biblico in L’OCCHIO NEL CIELO (1955)
“L’appetito di Tetragrammaton era
insaziabile. Una personalità infantile, nebulosa, che esigeva un’adorazione
costante… e nei termini più scontati. Facile all’ira, Tetragrammaton era
altrettanto disposto all’euforia…”. In LE
TRE STIMMATE DI PALMER ELDRITCH (1964) abbiamo una concorrenza diretta con
Dio: “-Dio promette la vita eterna- disse
Eldritch- Io posso fare di meglio; posso metterla in commercio.” In I NOSTRI AMICI DI FROLIX 8 (1968-9)
abbiamo anche la presunta morte di Dio: “-Hanno
trovato la sua carcassa nel 2019. Galleggiava nello spazio vicino ad Alpha.-
-Hanno trovato i resti di un organismo che era parecchie migliaia di volte più progredito
evolutivamente di noi.- disse Charley. .E che evidentemente era in grado di
creare mondi abitabili e di popolarli con esseri viventi derivati da se stesso.
Ma questo non prova che fosse Dio.- -Io penso che fosse Dio.-“ Ma anche
senza dover morire, nello stesso romanzo circolano strane leggende che ne
limitano comunque la presunta onnipotenza: “-Lascia
che ti racconti una leggenda su Dio- disse Morgo. –In principio egli creò un
uovo, un uovo enorme, con una creatura al suo interno. Dio cercò di aprire il
guscio per fare uscire la creatura… la prima creatura vivente. Ma non ci
riuscì. Tuttavia la creatura che egli aveva creato possedeva un becco
acuminato, fatto appunto per quello scopo e così si aprì un varco attraverso il
guscio. E di conseguenza… ora tutte le creature viventi dispongono del libero
arbitrio.- -Perché?- -Perché siamo stati noi a rompere l’uovo, non Dio.- -E
perché questo ci darebbe il libero arbitrio?- -Perché, dannazione, noi possiamo
fare quello che Dio non può fare.-“