sabato 2 luglio 2016

Dio


Nel racconto di Arthur Clarke “Nove miliardi di nomi di Dio” del 1953, dei monaci buddisti ingaggiano due esperti informatici con relativo super computer per compilare la lista di tutti i possibili nomi di Dio. Alla fine, compiuto lo scopo divino, il mondo dovrebbe svanire. Gli scienziati, nonostante il loro inevitabile scetticismo, dovranno constatare che realmente, alla fine dell’elenco, le stelle del firmamento, una ad una, si stavano inesorabilmente spegnendo. Philip Dick nell’arco di tutta la sua vita prenderà più che sul serio il nocciolo di questo racconto costruendo teorie su teorie, in romanzi, saggi e in quello sterminato lavoro notturno, che lo terrà occupato dal 1974 alla morte avvenuta nel 1982, chiamato Esegesi. Scopo ultimo di tutto questo teorizzare è stato per l’appunto il cercare di esaurire le possibili declinazioni delle teorie su Dio, per permetterne la cancellazione e il subentro, al suo posto, della realtà vera. Fatica infinita, condannata allo scacco permanente e a un regresso all’infinito, riscattato però ogni volta dal desiderio di ricominciare, di provare ancora. Di seguito una carrellata delle sue intricate descrizioni delle possibili rappresentazioni di Dio, molto sofisticata in IN SENSO INVERSO (1965): “L’universo consiste di anelli concentrici di realtà; più grande è l’anello, più esso partecipa della realtà assoluta. Questi anelli concentrici alla fin fine si risolvono in Dio; è lui la fonte di tutte le cose, ed esse sono tanto più reali quanto più gli sono vicine. E’ il principio dell’emanazione, pensò. Il male è semplicemente una realtà inferiore, un anello più distante da Dio. Dimostra la mancanza di una realtà assoluta, non la presenza di una divinità malvagia.” Molto più grezza, dal sapore rudemente biblico in L’OCCHIO NEL CIELO (1955) “L’appetito di Tetragrammaton era insaziabile. Una personalità infantile, nebulosa, che esigeva un’adorazione costante… e nei termini più scontati. Facile all’ira, Tetragrammaton era altrettanto disposto all’euforia…”.  In LE TRE STIMMATE DI PALMER ELDRITCH (1964) abbiamo una concorrenza diretta con Dio: “-Dio promette la vita eterna- disse Eldritch- Io posso fare di meglio; posso metterla in commercio.” In I NOSTRI AMICI DI FROLIX 8 (1968-9) abbiamo anche la presunta morte di Dio: “-Hanno trovato la sua carcassa nel 2019. Galleggiava nello spazio vicino ad Alpha.- -Hanno trovato i resti di un organismo che era parecchie  migliaia di volte più progredito evolutivamente di noi.- disse Charley. .E che evidentemente era in grado di creare mondi abitabili e di popolarli con esseri viventi derivati da se stesso. Ma questo non prova che fosse Dio.- -Io penso che fosse Dio.-“ Ma anche senza dover morire, nello stesso romanzo circolano strane leggende che ne limitano comunque la presunta onnipotenza: “-Lascia che ti racconti una leggenda su Dio- disse Morgo. –In principio egli creò un uovo, un uovo enorme, con una creatura al suo interno. Dio cercò di aprire il guscio per fare uscire la creatura… la prima creatura vivente. Ma non ci riuscì. Tuttavia la creatura che egli aveva creato possedeva un becco acuminato, fatto appunto per quello scopo e così si aprì un varco attraverso il guscio. E di conseguenza… ora tutte le creature viventi dispongono del libero arbitrio.- -Perché?- -Perché siamo stati noi a rompere l’uovo, non Dio.- -E perché questo ci darebbe il libero arbitrio?- -Perché, dannazione, noi possiamo fare quello che Dio non può fare.-“