mercoledì 27 gennaio 2016

Dono


I doni, da sempre, sono stati per l’umanità un’efficace espediente per placare la collera degli dei o degli eventuali spiriti avversi che popolano il nostro fertile immaginario. Nel mondo post apocalittico di CRONACHE DEL DOPOBOMBA (1963) gli intimoriti abitanti di West Marin, che lottano per riprendere una qualche parvenza delle ‘antiche’ vestigia della civiltà industriale che si sono lasciati alle spalle, meditano sul loro nuovo signore, il focomelico mutante Hoppy: “È come un bambino… avremmo dovuto portargli molto di più, magari in una confezione più allegra, con nastri e bigliettini tutti colorati. Non deve rimanere deluso, si rese conto. Le nostre vite dipendono da questo, dal fatto che lui sia… placato.” Ma i regali non sono solamente degli strumenti per ingraziarsi le simpatie di qualcuno, da cui si desidera ricevere qualcosa in cambio: protezione, amore, riconoscenza… sono anche dispositivi potenti atti a creare legami. E possono innescare anche pericolose competizioni, come quelle che avvengono nel potlach, un rito delle popolazioni amerinde studiato in un famoso saggio di Marcel Mauss ‘Il saggio sul dono’. Così in LE TRE STIMMATE DI PALMER ELDRITCH (1964) il dono è visto nel suo aspetto ambivalente, come la diversa traduzione della parola gift1 evidenzia. In inglese gift sta per regalo mentre in tedesco la stessa sta per veleno. Un’ambiguità che attraversa in modo significativo l’intera opera di Dick: i doni che piovono dal cielo in I GIORNI DI PERKY PAT racconto del 1963, le cose prodotte gratuitamente dagli autofac AUTOFAC (1955) o riprodotte dai Biltong in un altro racconto del 1956 DIFFIDATE DELLE IMITAZIONI.

  1. L’edizione Fanucci ha una diversa traduzione del testo, vedi: Tradurre, tradire 

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