martedì 17 febbraio 2015

Ateo


“Che valore avrebbe la virtù senza il peccato? Ecco il guaio di voi atei: non afferrate la meccanica del male.”  L’ateo e pure sospetto “Rosso” Jack Hamilton, ingegnere elettronico protagonista del romanzo L’OCCHIO NEL CIELO (1955) non può non sentire come opportunista una fede religiosa che basa la salvezza sulla necessità del peccato. E’ più una censura morale, una critica a una religiosità bacchettona che una dichiarata mancanza di fede. Come ugualmente per Kevin, ad esempio, che è tra il gruppo di amici protagonisti di VALIS (1978) “quello che possiede meno irrazionalità, e, quel che più conta, più fede.”  Fede e razionalità non distinguono il credente dall’ateo, in qualche modo siamo tutti costretti a credere in qualcosa. Ma verrà infine un’epoca in cui incontrare un ateo sarà faccenda piuttosto strana, un epoca in cui avremo “prove concrete dell’esistenza di Dio” come nel pianeta in cui il libro di J. Specktowsky svela tutto quel che è necessario sapere del Demiurgo. Un Demiurgo però che risulterà infine essere nient’altro che il prodotto dell’intelligenza artificiale del computer di un’astronave alla deriva. Oppure no? LABIRINTO DI MORTE (1968).

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