mercoledì 5 novembre 2014

P. K. Dick: Amuleto


Com’è possibile andare avanti con un solo portafortuna, viene chiesto a Ted Bentley, il protagonista del romanzo LOTTERIA SPAZIALE (1953-4). Solo chi è nato già fortunato, come il Quizmaster Verrick, non ne ha bisogno, anzi è già lui un portafortuna e la gente lo tocca per assorbirne un po’. Ma in effetti gli amuleti servono a poco, il robot che in GUARITORE GALATTICO (1967) ne da uno al protagonista Joe Fernwright, non può non ammettere che comunque non servirà a proteggerlo dai pericoli. Il suo valore è puramente simbolico. Così come la “strega dell’acqua”, l’amuleto degli indigeni marziani Bleekman in NOI MARZIANI (1962) forse ha esaurito del tutto l’antica forza. Gli unici ad avere tutta l’efficacia che promettono, sono quelli presenti in L’OCCHIO NEL CIELO (1955), un mondo in cui “tutte le superstizioni e le credenze religiose hanno riscontro nella realtà.”  Ma è solo uno dei mondi dei vari protagonisti di questo romanzo. Mondi personali, privati, che gli “altri” condividono in modo obbligato, coatto.

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